La storia dell'ostrica
L‘ Ostrica è la regina dei molluschi e la sua storia è molto affascinante.
È presente sul nostro pianeta da 150 milioni di anni ed è sempre stata riverita sin dai tempi dei popoli antichi.
I Greci la ricercavano non solo per le eccellenti qualità dietetiche, ma anche come potente afrodisiaco! Le valve, infatti, venivano polverizzate e usate come componente di pozioni magiche e per questo molto ricercate…
Ma non solo!
In questa cultura, in tempo di elezioni, le conchiglie erano usate come “bulletins de vote”, la moderna scheda elettorale e da ciò deriva il termine “ostracismo”.
Le ostriche furono apprezzate anche dai Romani, i quali giungevano sino alle coste della Bretagna per assicurare la presenza del prelibato mollusco ai numerosi banchetti e in seguito nel MedioEvo, periodo nel quale si conservavano “dans du sel en barrique”.
In Francia erano il prodotto d’elite per i sovrani tanto che Francesco I, nel 1545, accordò a Cancale il titolo di “città”, in omaggio alle ostriche portatogli in dono dagli abitanti.
Oggi ci sono intere cittadine che hanno legato il proprio destino all’ostricoltura, come quelle di tutto il litorale della Bretagna. In questa baia sono presenti numerosi parchi ostreari, dove il tempo è scandito dai ritmi delle maree tra le più forti del mondo. La differenza di livello, tra alta e bassa, è di 14 metri e ciò assicura una perfetta ossigenazione alle coltivazioni stesse.
È presente sul nostro pianeta da 150 milioni di anni ed è sempre stata riverita sin dai tempi dei popoli antichi.
I Greci la ricercavano non solo per le eccellenti qualità dietetiche, ma anche come potente afrodisiaco! Le valve, infatti, venivano polverizzate e usate come componente di pozioni magiche e per questo molto ricercate…
Ma non solo!
In questa cultura, in tempo di elezioni, le conchiglie erano usate come “bulletins de vote”, la moderna scheda elettorale e da ciò deriva il termine “ostracismo”.
Le ostriche furono apprezzate anche dai Romani, i quali giungevano sino alle coste della Bretagna per assicurare la presenza del prelibato mollusco ai numerosi banchetti e in seguito nel MedioEvo, periodo nel quale si conservavano “dans du sel en barrique”.
In Francia erano il prodotto d’elite per i sovrani tanto che Francesco I, nel 1545, accordò a Cancale il titolo di “città”, in omaggio alle ostriche portatogli in dono dagli abitanti.
Oggi ci sono intere cittadine che hanno legato il proprio destino all’ostricoltura, come quelle di tutto il litorale della Bretagna. In questa baia sono presenti numerosi parchi ostreari, dove il tempo è scandito dai ritmi delle maree tra le più forti del mondo. La differenza di livello, tra alta e bassa, è di 14 metri e ciò assicura una perfetta ossigenazione alle coltivazioni stesse.
Grazie all’impeto delle correnti inoltre, le acque vengono perennemente e naturalmente rimescolate, garantendo così un costante rinnovo del plancton.
In questi luoghi magici i prodotti sono coltivati in allevamenti che vanno dalla riva sino ad una profondità di 20 metri, a seconda della qualità. Le ostriche più pregiate sono, senza dubbio quelle piatte: presenti in origine in giacimenti naturali, oggi sono allevate in acque profonde con una produzione annuale di solo 1000 tonnellate all’anno. Si presentano con la conchiglia tondeggiante, con sfumature di un marrone molto chiaro, la carne prelibata e dolce, oltre che facilmente digeribile, con la caratteristica di avere il profumo di iodio ed il retrogusto di nocciola, l’ideale per i palati più raffinati.
Oggi l’ostrica più diffusa è senz’altro quella fonda, di derivazione giapponese, allevata nei parchi ostreari antistanti la baia, situati in zone di bassa marea. La sua conchiglia è di forma allungata, irregolare e concava, la carne è soda ma tenera, il sapore è deciso con una marcata nota salina e la sua produzione annuale arriva a 4000 tonnellate l’anno.
È rilevante sapere che, come per i vini hanno importanza le zone di produzione ed i vigneti, per le ostriche ha molto valore la storia, la cultura e la tradizione che da sempre accompagnano il prodotto poiché tutto questo cambia con la regione di riferimento.
In questi luoghi magici i prodotti sono coltivati in allevamenti che vanno dalla riva sino ad una profondità di 20 metri, a seconda della qualità. Le ostriche più pregiate sono, senza dubbio quelle piatte: presenti in origine in giacimenti naturali, oggi sono allevate in acque profonde con una produzione annuale di solo 1000 tonnellate all’anno. Si presentano con la conchiglia tondeggiante, con sfumature di un marrone molto chiaro, la carne prelibata e dolce, oltre che facilmente digeribile, con la caratteristica di avere il profumo di iodio ed il retrogusto di nocciola, l’ideale per i palati più raffinati.
Oggi l’ostrica più diffusa è senz’altro quella fonda, di derivazione giapponese, allevata nei parchi ostreari antistanti la baia, situati in zone di bassa marea. La sua conchiglia è di forma allungata, irregolare e concava, la carne è soda ma tenera, il sapore è deciso con una marcata nota salina e la sua produzione annuale arriva a 4000 tonnellate l’anno.
È rilevante sapere che, come per i vini hanno importanza le zone di produzione ed i vigneti, per le ostriche ha molto valore la storia, la cultura e la tradizione che da sempre accompagnano il prodotto poiché tutto questo cambia con la regione di riferimento.